Perseo trionfante
Perseo trionfante
Secondo il mito, Polidette, sovrano dell’isola di Serifo, attuò un astuto piano per eliminare Perseo e sposare così sua madre, Ippodamia. Dopo aver radunato gli amici, annunciò i suoi propositi di nozze e chiese a tutti un cavallo in regalo. Perseo, mortificato per non poter realizzare il desiderio, progettò di portare in dono la testa di Medusa. La Gorgona, con i serpenti al posto dei capelli, possedeva la capacità di tramutare in pietra chi l’avesse guardata.
L’aspirante sposo, in cuor suo, fu molto lieto ritenendo che fosse il mezzo per liberarsi di lui.
Il mitico eroe coraggioso era però dotato dei sandali alati per spostarsi rapidamente, dell’elmo di Ade per l’invisibilità, dello scudo lucido di Atena, del falcetto, e anche della sacca magica per riporvi la testa recisa.
Perciò, al contrario di ogni aspettativa, si dimostrò all’altezza e riuscì nella pericolosa impresa.
Canova lo rappresenta vincitore, dopo aver mutilato la figura mostruosa, in una posa fiera. È in punta di piedi, indossa l’elmo, con la mano sinistra stringe per i capelli il trofeo, esibendolo orgogliosamente; nella destra invece tiene il falcetto, l’arma affidata da Ermete.
La nudità del valoroso ricorda gli eroi greci, quasi a richiamarsi alla bellezza di queste figure.
Canova si cimentò nella realizzazione di questo soggetto già a partire dal 1797 e scolpì il marmo tra il 1800-1801.
L’opera era stata richiesta dal tribuno francese Onorato Duveyriez, fu ceduto al governo cisalpino per il nuovo foro napoleonico di Milano. Fu alla fine acquistato dal papa Pio VII Chiaramonti per 2.000 zecchini e collocato nel Museo Vaticano a compensare le perdite dei capolavori asportati dai francesi.
Il marmo fu collocato inizialmente sul basamento dell’Apollo del Belvedere, oggi è accanto ai Due Pugilatori.
Nel 1804-1806 fu realizzata una seconda versione commissionata dalla contessa polacca Waleria Strynowska Tarnowska (1782-1849) e oggi a New York al Metropolitan Museum.
Canova utilizzò questa ispirazione per produrre una scultura che fosse nuova nello stile, ma che potesse accostarsi all’Apollo, scultura a cui Canova si richiamò nell’invenzione della postura.
gesso, 1797 - 1801, 240x165x97
marmo: Musei Vaticani - Roma